Marco Simoncelli ci ha lasciato da circa 24 ore, portato via da un incidente in pista, a Sepang in Malesia, uno di quelli che non si possono evitare. Aveva solo 24 anni, 17 dei quali passati a correre in pista, tra minimoto, campionati italiani e motomondiale, sempre accompagnato dal papà Paolo, suo primo sostenitore, che ora lo piange disperatamente insieme a tutti coloro che l’hanno conosciuto.
LA MORTE – Simoncelli è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente nel corso del MotoGp di Sepang: il Sic, come era stato ribattezzato, ha perso il controllo della moto in uscita di curva. Sia la gomma anteriore che la posteriore hanno perso aderenza in un primo momento, portando il pilota verso l’esterno. A questo punto però, forse per un estremo tentativo di Simoncelli di rimanere in sella, le gomme si sono di nuovo ancorate a terra, e hanno imposto alla moto una traiettoria strettissima: il Sic è ripiombato in mezzo alla pista, proprio mentre stavano sopraggiungendo, in piena accelerazione Colin Edwards e Valentino Rossi. Entrambi hanno investito Simoncelli, che nell’impatto ha perso il casco ed è rimasto a terra incosciente. I soccorsi sono stati immediati, ma Marco è arrivato in ambulanza e poi alla clinica mobile già in arresto cardiorespiratorio. I disperati tentativi di rianimazione sono durati circa 45 minuti, senza risultato: alle 10,56 ora italiana del 23 ottobre 2011 il Sic è stato dichiarato morto.
LE POLEMICHE – La tragedia che ha colpito Simoncelli ha riaperto le discussioni sulla pericolosità intrinseca degli sport di velocità, e del motociclismo in particolare. Sebbene i progressi nella sicurezza dei piloti siano stati sostanziali negli ultimi anni, i piloti rischiano ancora la vita: non esiste infatti la possibilità di proteggere la regione cervicale, quella in cui Sic è stato investito. Alcuni osservatori hanno però sottilineato due possibili con-cause dell’incidente: la scarsa performanza delle gomme (si era solo al secondo giro e Sic montava la gomma dura, quella più difficile da mandare in temperatura), e il possibile intervento dell’elettronica, che avrebbe favorito la ripresa di aderenza delle gomme del Sic, che lo hanno dunque trascinato verso il centro della pista.
IL CORDOGLIO – Per la sua simpatia e per il suo talento, Marco Simoncelli era uno dei personaggi più amati del mondo delle corse, forse secondo soltanto a Valentino Rossi, di cui era considerato l’erede a tutti gli effetti. Messaggi di cordoglio sono arrivati alla famiglia da tutto il mondo dello Sport italiano, dai colleghi piloti ai calciatori, dal presidente del Coni Gianni Petrucci al presidente della Ferrari Montezemolo.
LA VITA – Simoncelli è nato il 20 gennaio 1987 a Cattolica, nel pieno centro di quel lembo di terra che ha regalato all’Italia i suoi più grandi piloti di moto (da Rossi a Capirossi a Melandri a Dovizioso). La sua famiglia (papà, mamma e una sorellina) vive a Coriano, un paesino della Riviera, dove Simoncelli è sempre stato di casa. Simoncelli comincia a correre all’età di 7 anni con le minimoto, a 12 anni vince il suo primo titolo italiano, sempre nelle minimoto.
Passa alle moto dei grandi a 14 anni, e si fa notare in fretta, con buoni piazzamenti nel campionato 125 GP. Nel 2002, a soli 15 anni, vince il campionato europeo 125cc e debutta nel Motomondiale, in cui correrà stabilmente a partire dall’anno successivo. Nel 2004 vince la sua prima gara a Jerez, sotto una pioggia torrenziale. Si ripete nel 2005, ancora ad Jerez, ma non riesce a trovare continuità di rendimento, soprattutto a causa delle tante cadute.
Nel 2006 passa in 250cc (che gli si addice di più, vista l’altezza notevole), ma i primi due anni sono avari di risultati. Il 2008 invece è il suo anno migliore: nonostante una partenza con due cadute nelle prime due gare, è protagonista di una splendida rimonta, che lo porta a vincere il Mondiale, con un totale di sei vittorie e 12 podi in 17 gare. L’anno successivo è protagonista di una bella lotta per la riconferma iridata contro Aoyama, dalla quale esce però perdente, seppur con sei vittorie all’attivo.
Nel 2010 passa alla MotoGp del Team Honda Gresini: il primo anno “di studio” è concluso con un quarto posto come miglior piazzamento, e un ottavo posto in classifica generale. Il 2011 lo vede invece protagonista, grazie a una Honda molto più performante, e a una maggiore confidenza con la categoria. Ottiene due pole position e due podi (un secondo e un terzo posto), ma colleziona anche tante cadute, tirandosi addosso spesso le ire dei colleghi (a volte strumentali e campate in aria). Proprio quando sembrava pronto per il salto di qualità, a Sepang la sua carriera, e la sua giovane vita, si sono interrotte.
ciao, mitico,sic, ci mancherai tanto ieri o pianto tutto il pomeriggio prega per noi angelo…mi sono rimaste solo 2 parole …grazie…campione..
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