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Whitney Houston trovata morta in hotel a Beverly Hills

di Anna 12 febbraio 2012

Un grande talento maledetto, quello di Whitney Houston. Dagli indimenticabili successi pop soul degli anni ’80-’90, fino alla spirale di violenza, droghe e alcool durante e dopo il matrimonio con Bobby Brown. Whitney Houston è stata trovata morta ieri sera in un albergo di Beverly Hills, alla vigilia dei Grammy Awards, premio che nel 1986, a soli 23 anni, l’aveva consacrata reginetta del pop soul mondiale.

Una morte annunciata, avvenuta a 48 anni, ancora avvolta dal mistero. La causa più probabile è un mix letale di alcool, droga e farmaci. Il suo declino, come per molti altri talenti della musica e del cinema, è avvenuto sotto gli occhi pruriginosi dei media. Il gossip ha attentamente seguito la sua bellezza sfiorire, la voce bruciarsi col crack, il suo burrascoso matrimonio, le dipendenze, i tentativi di recupero falliti. I suoi racconti sono divenuti addirittura un reality, le sue interviste-confessione a Oprah Winfrey hanno fatto storia.

Non tutti sanno che Whitney apparteneva a una famiglia di grandi artiste della musica nera. Sua madre Cissy è stata una grande cantante di gospel, Dionne Warwick è sua cugina e Aretha Franklin è stata la sua madrina. Forse per questo la sua voce e la sua bellezza sono state una pesante croce, più che un dono.

Dopo lunghi anni nei cori gospel del New Jersey, dove è nata, Whitney è stata scoperta da Clive Davis, uno dei nomi più influenti della storia della discografia. Nel 1985 lancia singoli come Greatest Love of AllHow Will I Know e conquista il pubblico internazionale. Nel 1990 il suo terzo album, I’m Your Baby Tonight, viene presentato dal suo produttore nel castello reale di Monaco di Baviera. Dopo il singolo I Wanna Dance With Somebody, arriva al cinema con The Body Guard, affiancata da Kevin Kostner. L’interpretazione le vale un Razzy Award (premio per le peggiori performance), ma la pellicola sbanca i botteghini e consacra I Will Always Love You, come classico d’amore intramontabile.

               

Da qui il lento declino. Dotata di una tecnica e di un’estensione vocale eccezionali, fonte d’ispirazione per generazioni di cantanti, inserita nel libro dei Guinnes come una delle artiste più premiate nella storia della musica, ad agosto sarebbe uscito Sparkle, un film che l’avrebbe vista protagonista.

Non è riuscita a tenere più testa ai suoi demoni. “Withney, riposa in pace, non ci sarà mai più un’altra come te” ha commentato su Facebook Lenny Kravitz. E ancora: “Ho il cuore spezzato e sono in lacrime per la morte scioccante della mia amica, l’incomparabile Whitney Houston”, ha scritto Mariah Carey su Twitter.

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