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E' morta Alda Merini, la poetessa degli esclusi

di salutiamoli 2 novembre 2009

Alda Merini

Alda Merini era considerata la più grande poetessa italiana vivente. E’ morta domenica pomeriggio all’Ospedale San Paolo di Milano dove era ricoverata da una decina di giorni per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute a causa del tumore osseo che l’aveva colpita da tempo. Aveva 78 anni.

Una vita segnata dalla malattia mentale e dall’indigenza, in cui si era rifugiata per indifferenza alle comodità e all’agio negli ultimi anni della sua esistenza. Alda Merini era nata a Milano il 21 marzo 1931 (“Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta”) da una famiglia poco abbiente e già dalla più tenera età aveva dato dimostrazione delle sue incredibili doti poetiche. Il suo primo vero incontro con il mondo letterario avvenne a 16 anni quando la cugina di Ada Negri, Silvana Rovelli, fece leggere alcune sue composizioni poetiche ad Angelo Romanò che a sua volta le sottopose a Giacinto Spagnoletti, considerato il vero scopritore della Merini. La sua prima raccolta di poesie “La presenza di Orfeo” (1953) ebbe subito un enorme successo di critica.

Per tutta la sua vita Alda Merini ha cantato gli esclusi forse perché ha vissuto sulla sua pelle il significato profondo dell’esclusione dato dalla sua situazione mentale. Ha conosciuto l’internamento in Alda Merini by Guido Harariospedale psichiatrico già nel 1947 a Villa Turro ed ha sempre alternato in seguito periodi di salute e malattia fino al 1979 data in cui ha ricominciato a scrivere producendo i suoi testi più ispirati ed intensi. Ne “La Terra Santa”, pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984, considerato a giusta ragione il suo capolavoro, ha raccontato l’esperienza del manicomio (“Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima, il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola come una trappola da sacrificio,è quindi venuto il momento di cantare una esequie al passato”), che l’è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale” per la Poesia.

La lotta tra il riconoscimento di critica e di pubblico alla sua eccezionale ed unica capacità poetica e le sue difficoltà nella vita reale aggravate dalla sua malattia ha contraddistinto tutta la sua esistenza ma ha anche regalato al mondo una delle sue voci migliori. Fin dai primi anni del suo lavoro, ha conosciuto ed è stata sostenuta da maestri come Quasimodo, Montale e Manganelli che promossero la pubblicazione di molte sue opere. Della sua produzione poetica si possono citare “Paura di Dio” (Scheiwiller, 1955), “Nozze romane” (Schwarz, 1955), “Tu sei Pietro” (Scheiwiller”, 1962), “Testamento” (Crocetti, 1988), “Vuoto d’amore” (Einaudi , 1991), ” Ballate non pagate” (Einaudi, 1955 ), “Fiore di poesia 1951-1997”, “Superba è la notte”, “L’anima innamorata”, “Corpo d’amore”, “Un incontro con Gesu”, “Magnificat. Un incontro con Maria”, “La carne degli Angeli”, “Più bella della poesia è stata la mia vita”, “Clinica dell’abbandono” e “Folle, folle, folle d’amore per te. Poesie per giovani innamorati”.

Nella sua incredibile carriere Alda Merini si è cimentata anche con la prosa componendo “L’altra verita”. “Diario di una diversa”, “Delirio amoroso”, “Il tormento delle figure”, “Le parole di Alda Merini”, “La pazza della porta accanto” (con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996), “La vita facile”, “Lettere a un racconto. Prose lunghe e brevi” e “Il ladro Giuseppe. Racconti degli anni Sessanta” e con gli aforismi “Aforismi e magie”. Nel 1996 fu anche proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Francaise. Uno dei suoi ultimi lavori è stata, invece, una poesia dedicata a Mike Buongiorno, Addio Mike, il re del quiz morto l’8 settembre scorso. Di seguito i versi della Merini:

Addio Mike

Amico dei nostri giorni migliori, addio
Giovane come noi
Malato di tormenti imprecisi
Hai portato l’America in Italia
Nelle nostre povere case
Quando non c’era niente
Quelle sere passate davanti alla televisione
Quelle noiosissime serate passate in casa
Erano rallegrate allora
da questa vivacissima marionetta
Che parlava l’inglese
Che parlava tutti i linguaggi possibili
E soprattutto quello della famiglia
Hai addolcito il nostro mondo
Che era fatto di inedia e crepacuore
Sei stato un agente della cultura
e pochi l’hanno capito
C’era il cuore in Mike Bongiorno
C’era la nostra famiglia italiana
C’erano le nostre tavolate
Ci riunivamo per guardarti
Giovani, vecchi e bambini
che si tenevano per mano
Abbiamo perso un amico, un grandissimo amico
Non ti dimenticheremo mai
I tuoi errori, le tue gaffes
Sono gli errori che hanno fatto gli Italiani
A cui tu hai voluto bene come un padre
Come uno strano profeta
Eri tu con le sue trovate geniali
Che parlavi di un grande avvenire
Di cui non sappiamo più nulla

Terra Santa
Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch’io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c’era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.
Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.
Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l’avello
anch’io mi sono ridestata
e anch’io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all’inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.
Le dune del canto si sono chiuse,
o dannata magia dell’universo,
che tutto può sopra una molle sfera.
Non venire tu quindi al mio passato,
non aprirai dei delta vorticosi,
delle piaghe latenti, degli accessi
alle scale che mobili si dànno
sopra la balaustra del declino;
resta, potresti anche essere Orfeo
che mi viene a ritogliere dal nulla,
resta o mio ardito e sommo cavaliere,
io patisco la luce, nelle ombre
sono regina ma fuori nel mondo
potrei essere morta e tu lo sai
lo smarrimento che mi prende pieno
quando io vedo un albero sicuro.
Alda Merini da “La Terra Santa“, 1984

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3 risposte a “E' morta Alda Merini, la poetessa degli esclusi”

  1. Paolo ha detto:

    La tua sensibilità ed il tuo incanto mi mancheranno. Hai vinto sulle nebbie della mente, ogni animo nobile piange la tua scomparsa. Addio, cara Alda Merini.

  2. michele ha detto:

    CENTRO DIURNO “GENOVEFFA DE TROIA”-MONTE SANT’ANGELO-FOGGIA
    LE TUE POESIE- LE TUE BATTAGLIE – LA TUA SEMPLICITA’ – E’ UN GRANDE PATRIMONIO DELL’UMANITA’- VIVRAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI .
    NON TI DIMENTICEREMO MAI.
    CIAO ALDA!
    MICHELE E GLI AMICI DEL CENTRO DIURNO.

  3. nightclawer ha detto:

    ho scoperto fino in fondo Alda Merini solo con la sua scomparsa… tutto ciò mi rattrista profondamente.